I tre stati della mente

Qualche giorno fa, durante un colloquio, M., una giovane donna curiosa di capire come funziona la psicoterapia, e perché funziona, se ne esce con una riflessione interessante: “Sento che sto cambiando e che la psicoterapia mi aiuta. Ma non capisco cosa succede dentro di me, come fanno questi colloqui a cambiarmi…”.
Le parlai allora dei tre stati della mente.

Di solito pensiamo alla mente come ad una parte di noi e spesso la associamo alle capacità razionali e logiche.
Ma questa è solo una delle tre menti; vediamole tutte:

  • La mente razionale
    In questo stato della mente utilizziamo il pensiero logico, facciamo previsioni e progetti in base ad esso; conosciamo la realtà secondo dei principi precisi e stabili; ci manteniamo concentrati su una visione “oggettiva” di ciò che ci circonda.
  • La mente emotiva
    In questo secondo stato i nostri comportamenti sono dettati dallo stato emotivo del momento. È il caso di quando siamo innamorati: la “coloritura” delle nostre emozioni influenza la percezione dell’altro, tanto che spesso omettiamo dei particolari negativi e vediamo solo la parte bella, idealizzando il nostro amato o la nostra amata.
    Oppure quando siamo attanagliati dalla paura: essa ci condiziona a tal punto che vediamo persino pericoli inesistenti.
  • La mente saggia
    Incorpora sia aspetti cognitivi, sia emotivi, ma li supera. È simile alla conoscenza intuitiva che abbiamo di una circostanza o di una persona.
    Ci capita a volte di avere una comprensione globale e immediata di una situazione in cui ci troviamo, una sorta di “illuminazione”, o comprensione profonda, che ci fa cogliere il “nocciolo della questione”, l’essenza di un persona o di un evento.

Ad esempio quando stiamo attraversando una crisi.
Quando la tempesta si è calmata ci possiamo trovare in uno stato di “calma lucida”, nella quale comprendiamo all’istante la natura di un problema o della realtà che stiamo affrontando.
È una specie di ispirazione, che non è influenzata dallo stato emotivo del momento, ma che ci portiamo dentro nel corso delle giornate, al di là delle cose che ci capitano.

A M. spiegai questo: “In psicoterapia cerchiamo di coltivare il terzo stato della mente. Spesso capita di comprendere all’improvviso, con chiarezza, il quadro della situazione che stiamo vivendo, e ciò porta serenità.
È quello che si chiama “insight”, un “clic” profondo che ci fa scattare una verità intima, una consapevolezza che la persona sente autentica e che ci permette di affrontare le difficoltà della vita con uno spirito nuovo.
A questo serve il lavoro che stiamo facendo”.

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